Situata nell’entroterra ferrarese tra il Po di Volano e quello di Goro, la Riserva Naturale Orientata Dune Fossili Massenzatica protegge una sequenza di dune fossili unica nel panorama regionale che testimonia la posizione di una linea della costa adriatica risalente all’età del Bronzo, circa 3000 anni fa.
Le dolci ondulazioni del terreno, rivestite da basse praterie, si alternano ad affossamenti ricoperti da arbusteti, e lembi di bosco si elevano solo di pochi metri sul ripiano campestre, ma contrastano di molto con la vasta pianura coltivata circostante, scenario vivamente modificato dall’attività umana che ha bonificato le grandi aree paludose di un tempo.
Principale artefice delle dune è il forte vento marino che, sollevando e rilasciando la sabbia sul finire delle spiagge, favorisce l’accumulo dei caratteristici cordoni dunosi. Una volta incorporata nel sottofondo e non più alimentata dalla sabbia litorale, una duna diviene fossile e tende gradualmente ad essere smantellata dallo stesso agente che l’aveva creata, soprattutto nei tratti privi di vegetazione.
Le dune hanno grande importanza perché testimonianza di una tappa importante del delta padano, che negli ultimi millenni ha visto il lento avanzare delle terre emerse a discapito del mare. L’area rilevata delle dune fu sede anche dei primi insediamenti umani locali, comprovati dai ritrovamenti archeologici.
Oggi il mare Adriatico dista alcuni chilometri e le dune si erigono su un fronte di un chilometro e mezzo e una larghezza media di quattrocento metri, in direzione quasi parallela all’attuale linea costiera.
L’area custodisce una generosa biodiversità e funge da riparo per varie specie, come le tipiche piante erbacee dette psammofile che vegetano su questi substrati, creando habitat preferiti da alcuni rettili e molti invertebrati oggetto di ricerca: coleotteri, imenotteri e lepidotteri, a loro volta fonte di cibo per uccelli migratori quali upupa e gruccione, legati a tali ambienti ormai molto rari.